L’apertura del processo per la strage di Cervarolo del 20 marzo 1944, in cui oltre ai familiari delle vittime anche Provincia di Reggio Emilia e Comune di Villa Minozzo si sono costituiti parte civile, è stato il tema al centro di una conferenza stampa che si è svolta stamattina in Provincia.
Erano presenti la presidente della Provincia Sonia Masini, l’assessore provinciale Luciano Gobbi; Italo Rovali (coordinatore delle famiglie delle vittime); Danilo Morini (presidente Alpi); Giacomo Notari (presidente Anpi); Simona Aravecchia (autrice di una tesi universitaria sulla strage di Cervarolo), Massimo Storchi (Istoreco) e Annunziata Finizio (commissario del Comune di Villa Minozzo). Erano inoltre presenti l’avvocato Andrea Speranzoni, che ha patrocinato le parti civili per le stragi di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema e l’avvocato Ernesto D’Andrea che patrocina la costituzione di parte civile dei familiari delle vittime di Cervarolo, della Provincia di Reggio Emilia e del Comune di Villa Minozzo.
“L’avvio di questo processo è un fatto importante per il nostro territorio – ha detto l’assessore provinciale Luciano Gobbi – In questo ambito la Provincia ha deciso di assumere un ruolo importante e attivo, costituendosi parte civile, in quanto riteniamo che in relazione a quegli eventi vi sia stato un danno oggettivo, storico e morale per la comunità”.
Italo Rovali, del coordinamento delle famiglie delle vittime, ha ricordato come “dagli interrogatori svolti dai carabinieri siano emersi tutti i dettagli della strage nazi-fascista. La gente del posto è stata dalla mia parte, ha aperto le proprie porte e i propri ricordi mettendosi a disposizione delle indagini e dicendo tutto quello che sapevano, tant’è che saranno venti le testimonianze al processo”.
L’avvocato Andrea Speranzoni ha quindi delineato i capi di imputazione: “Si tratta di concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, pluriaggravata e continuata”. L’avvocato Speranzoni ha poi sottolineato che “rilevano in particolar modo le aggravanti, in particolare i motivi abietti, la sevizia e crudeltà nei confronti delle vittime e la premeditazione. Questi elementi sono fondamentali perché consentono di non rischiare soprattutto la prescrizione”.
I sette imputati rinviati a giudizio, appartenenti alla divisione corazzata Hermann Goring, sono: Gustav Adolf Brandt (ufficiale); Helmut Odenwald (ufficiale); Fritz-Ulrich Olberg (ufficiale); Ferdinand Osterhaus (ufficiale); Hans Georg Winkler (ufficiale); Gunter Heinroth (soldato); Wilhelm Karl Stark (sergente).
L’avvocato Speranzoni ha infine sottolineato “l’importante ruolo dei familiari delle vittime e degli enti locali che si sono costituiti parte civile” e ricordato che “non si tratta di un processo alla storia, quindi a categorie astratte, ma a individui che hanno compiuto delle atrocità indossando, determinate divise”. Su questo ultimo punto è intervenuto anche l’avvocato Ernesto D’Andrea: “E’ stata una strage di civile, persone che non erano militari e che una mattina vennero trucidate, quando già allora il codice militare prevedeva il dovere di sottrarsi a ordini puramente criminali”. L’avvocato D’Andrea ha poi sottolineato “l’importanza e l’assoluta inerenza della costituzione di parte civile delle istituzioni locali. Queste sono infatti chiamate a tutelare l’interesse diffuso della comunità, chiaramente intaccato da quegli eventi”.